Riqualificazione professionale: la vera priorità dei prossimi anni

Giovanna Benedettelli – FuturingYOU, HR Business Advisory.

In un contesto lavorativo in rapido cambiamento, le aziende puntano sempre più sulla formazione continua e sulla riqualificazione professionale. Il divario tra le competenze disponibili e quelle richieste – noto come rottura delle competenze – è diventato un ostacolo concreto per la trasformazione dei modelli di business.

Già nel 2020, il 42% dei lavoratori aveva partecipato a corsi per aggiornare le proprie capacità. Nel 2023, la percentuale è rimasta stabile al 41%, segno che il tema resta prioritario. Le imprese vedono oggi nella formazione on-the-job la leva più efficace per raggiungere i propri obiettivi aziendali.

Le competenze del futuro secondo le aziende

Tra il 2023 e il 2027, le aziende investiranno maggiormente in competenze come:

  • Pensiero analitico (10% dei programmi di formazione)
  • Pensiero creativo (8%)
  • Intelligenza artificiale e big data (9%, con un forte scarto rispetto alla loro attuale importanza nella forza lavoro)

Altre aree in forte crescita includono leadership e influenza sociale, design ed esperienza utente, marketing e media, e cybersecurity. Questo dimostra che le imprese stanno guardando avanti, preparandosi ad affrontare il cambiamento con nuove capacità, anche se oggi meno diffuse.

Il disallineamento: imprese e individui investono in modo diverso

Un elemento critico è il divario tra ciò che le aziende cercano e ciò che le persone decidono di apprendere. Secondo una ricerca di Coursera, chi si forma autonomamente privilegia competenze tecniche come:

  • Programmazione
  • Gestione delle risorse
  • Reti e sicurezza informatica
  • UX Design

Anche competenze di base come lettura, scrittura e matematica risultano molto richieste dagli utenti, pur non essendo centrali nelle strategie aziendali. Questo disallineamento può rallentare l’incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro.

Soft skills e hard skills: la combinazione vincente

La trasformazione in atto – trainata anche da tecnologie emergenti come l’IA generativa – sta ridisegnando i profili professionali richiesti. Le aziende non cercano solo competenze tecniche, ma anche abilità umane difficili da automatizzare, come:

  • Resilienza
  • Empatia
  • Capacità di ascolto
  • Leadership

Tra il 2017 e il 2023, le ore di apprendimento dedicate a queste competenze sono cresciute costantemente, con una sola eccezione nel 2020, durante il picco di interesse per le competenze digitali causato dalla pandemia.

Come colmare il divario?

  • Per i professionisti: integrare le competenze tecniche con le abilità trasversali e socio-emotive.
  • Per le aziende: pianificare strategie di formazione che anticipino i cambiamenti del mercato.
  • Per le piattaforme formative: offrire percorsi flessibili, misti e facilmente accessibili per tutti.

Riqualificazione professionale: la vera priorità dei prossimi anni

Giovanna Benedettelli – FuturingYOU, HR Business Advisory.

In un contesto lavorativo in rapido cambiamento, le aziende puntano sempre più sulla formazione continua e sulla riqualificazione professionale. Il divario tra le competenze disponibili e quelle richieste – noto come rottura delle competenze – è diventato un ostacolo concreto per la trasformazione dei modelli di business.

Già nel 2020, il 42% dei lavoratori aveva partecipato a corsi per aggiornare le proprie capacità. Nel 2023, la percentuale è rimasta stabile al 41%, segno che il tema resta prioritario. Le imprese vedono oggi nella formazione on-the-job la leva più efficace per raggiungere i propri obiettivi aziendali.

Le competenze del futuro secondo le aziende

Tra il 2023 e il 2027, le aziende investiranno maggiormente in competenze come:

  • Pensiero analitico (10% dei programmi di formazione)
  • Pensiero creativo (8%)
  • Intelligenza artificiale e big data (9%, con un forte scarto rispetto alla loro attuale importanza nella forza lavoro)

Altre aree in forte crescita includono leadership e influenza sociale, design ed esperienza utente, marketing e media, e cybersecurity. Questo dimostra che le imprese stanno guardando avanti, preparandosi ad affrontare il cambiamento con nuove capacità, anche se oggi meno diffuse.

Il disallineamento: imprese e individui investono in modo diverso

Un elemento critico è il divario tra ciò che le aziende cercano e ciò che le persone decidono di apprendere. Secondo una ricerca di Coursera, chi si forma autonomamente privilegia competenze tecniche come:

  • Programmazione
  • Gestione delle risorse
  • Reti e sicurezza informatica
  • UX Design

Anche competenze di base come lettura, scrittura e matematica risultano molto richieste dagli utenti, pur non essendo centrali nelle strategie aziendali. Questo disallineamento può rallentare l’incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro.

 

Soft skills e hard skills: la combinazione vincente

La trasformazione in atto – trainata anche da tecnologie emergenti come l’IA generativa – sta ridisegnando i profili professionali richiesti. Le aziende non cercano solo competenze tecniche, ma anche abilità umane difficili da automatizzare, come:

  • Resilienza
  • Empatia
  • Capacità di ascolto
  • Leadership

Tra il 2017 e il 2023, le ore di apprendimento dedicate a queste competenze sono cresciute costantemente, con una sola eccezione nel 2020, durante il picco di interesse per le competenze digitali causato dalla pandemia.

 

Come colmare il divario?

  • Per i professionisti: integrare le competenze tecniche con le abilità trasversali e socio-emotive.
  • Per le aziende: pianificare strategie di formazione che anticipino i cambiamenti del mercato.
  • Per le piattaforme formative: offrire percorsi flessibili, misti e facilmente accessibili per tutti.