Superteam: uomo + tecnologia

Persone e tecnologia devono lavorare in sinergia per incrementare la produttività e dare una spinta all’innovazione. L’Intelligenza Artificiale nelle risorse umane è il miglior alleato per facilitare e velocizzare il processo di recruiting.

Durante la pandemia, i team hanno dimostrato di essere il cuore della resilienza delle aziende. In gruppo si impara, si fa innovazione, si crea, ci si motiva e ci si adatta più velocemente ai cambiamenti.

La sfida, allora, che possiamo affrontare oggi secondo lo Human Capital Trend di Deloitte è costruire “superteam” che affianchino le persone alla tecnologia. Persone e tecnologia devono lavorare in sinergia e con logiche di integrazione augmented piuttosto che di sostituzione.

Questo nuovo approccio fungerà da propulsore per la progettazione del future of work, ed è una priorità per i prossimi 1-3 anni per il 63% dei dirigenti in Italia, sempre secondo i dati di Deloitte.

La pandemia ha contribuito ad accrescere la consapevolezza dei leader sui potenziali vantaggi di questo approccio sinergico, che contribuisce a incrementare la produttività, oltre che a fornire maggiore agilità e una spinta all’innovazione.

I tre principali fattori che supporteranno questa trasformazione sono:

  • una company culture fondata sulla resilienza
  • upskilling e reskilling costante di tutta la workforce
  • tecnologie user-friendly.

Il valore dei “superteam” è la combinazione di persone e tecnologie progettate per sfruttare capacità complementari e perseguire risultati con una rapidità e ampiezza di scala che altrimenti non sarebbero possibili.

Le due sfide da affrontare:

1. Ridisegnare i lavori diminuendo l’operatività

L’intelligenza artificiale può diventare un valido alleato per riprogettare il lavoro in modi più umani, lasciando alle macchine le mansioni più operative e ripetitive ed esaltando così competenze e creatività delle persone.
In particolare nel mondo HR, l‘Intelligenza Artificiale (AI) sta cambiando e facilitando il processo di recruiting, ma la maggior parte dei manager non ne comprende ancora i vantaggi, rimanendo in una posizione di riluttanza verso questo genere di investimento.
Una preoccupazione comune riguarda il pensiero che l’AI possa diventare così sofisticata e avanzata da finire per sostituire l’essere umano, con conseguente perdita di innumerevoli posti di lavoro.

Questo pensiero, però, non coglie il punto centrale del tema. L’AI è progettata, infatti, per aumentare i lavori esistenti, non sostituirli interamente.

In definitiva, l’intelligenza artificiale migliora l’iter di selezione nonché l’employee experience, in quanto può facilmente evidenziare aspirazioni, skill e competenze, consentendo ai recruiter di risparmiare tempo, evitare di selezionare a mano migliaia di candidature, ma in pochi secondi, avere già a disposizione la lista dei candidati più in linea e compatibili con la posizione ricercata.

Come Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee hanno scritto per Harvard Business Review:

“Nel prossimo decennio, l’AI non sostituirà i manager. Ma quei manager che usano l’intelligenza artificiale sostituiranno quelli che non lo fanno.”

2. Lavorare su company culture e formazione

Senza investire su formazione, cultura e tecnologia, insomma, non è possibile immaginare superteam efficaci ma, probabilmente, non è proprio più possibile pensare aziende contemporanee.

Concludendo, la capacità di adattarsi ai cambiamenti insieme a un uso combinato della tecnologia saranno le leve che cambieranno maggiormente il mondo del lavoro.

Questi cambiamenti rappresentano sfide e opportunità per gli HR che dovranno guidare e facilitare l’adozione di nuovi modelli organizzativi più inclusivi e fondati sulla valutazione delle competenze e sull’analisi della coerenza tra funzioni e profili.

Superteam: uomo + tecnologia

Persone e tecnologia devono lavorare in sinergia per incrementare la produttività e dare una spinta all’innovazione. L’Intelligenza Artificiale nelle risorse umane è il miglior alleato per facilitare e velocizzare il processo di recruiting.

Durante la pandemia, i team hanno dimostrato di essere il cuore della resilienza delle aziende. In gruppo si impara, si fa innovazione, si crea, ci si motiva e ci si adatta più velocemente ai cambiamenti.

La sfida, allora, che possiamo affrontare oggi secondo lo Human Capital Trend di Deloitte è costruire “superteam” che affianchino le persone alla tecnologia. Persone e tecnologia devono lavorare in sinergia e con logiche di integrazione augmented piuttosto che di sostituzione.

Questo nuovo approccio fungerà da propulsore per la progettazione del future of work, ed è una priorità per i prossimi 1-3 anni per il 63% dei dirigenti in Italia, sempre secondo i dati di Deloitte.

La pandemia ha contribuito ad accrescere la consapevolezza dei leader sui potenziali vantaggi di questo approccio sinergico, che contribuisce a incrementare la produttività, oltre che a fornire maggiore agilità e una spinta all’innovazione.

I tre principali fattori che supporteranno questa trasformazione sono:

  • una company culture fondata sulla resilienza
  • upskilling e reskilling costante di tutta la workforce
  • tecnologie user-friendly.

Il valore dei “superteam” è la combinazione di persone e tecnologie progettate per sfruttare capacità complementari e perseguire risultati con una rapidità e ampiezza di scala che altrimenti non sarebbero possibili.

Le due sfide da affrontare:

1. Ridisegnare i lavori diminuendo l’operatività

L’intelligenza artificiale può diventare un valido alleato per riprogettare il lavoro in modi più umani, lasciando alle macchine le mansioni più operative e ripetitive ed esaltando così competenze e creatività delle persone.
In particolare nel mondo HR, l‘Intelligenza Artificiale (AI) sta cambiando e facilitando il processo di recruiting, ma la maggior parte dei manager non ne comprende ancora i vantaggi, rimanendo in una posizione di riluttanza verso questo genere di investimento.
Una preoccupazione comune riguarda il pensiero che l’AI possa diventare così sofisticata e avanzata da finire per sostituire l’essere umano, con conseguente perdita di innumerevoli posti di lavoro.

Questo pensiero, però, non coglie il punto centrale del tema. L’AI è progettata, infatti, per aumentare i lavori esistenti, non sostituirli interamente.

In definitiva, l’intelligenza artificiale migliora l’iter di selezione nonché l’employee experience, in quanto può facilmente evidenziare aspirazioni, skill e competenze, consentendo ai recruiter di risparmiare tempo, evitare di selezionare a mano migliaia di candidature, ma in pochi secondi, avere già a disposizione la lista dei candidati più in linea e compatibili con la posizione ricercata.

Come Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee hanno scritto per Harvard Business Review:

“Nel prossimo decennio, l’AI non sostituirà i manager. Ma quei manager che usano l’intelligenza artificiale sostituiranno quelli che non lo fanno.”

2. Lavorare su company culture e formazione

Senza investire su formazione, cultura e tecnologia, insomma, non è possibile immaginare superteam efficaci ma, probabilmente, non è proprio più possibile pensare aziende contemporanee.

Concludendo, la capacità di adattarsi ai cambiamenti insieme a un uso combinato della tecnologia saranno le leve che cambieranno maggiormente il mondo del lavoro.

Questi cambiamenti rappresentano sfide e opportunità per gli HR che dovranno guidare e facilitare l’adozione di nuovi modelli organizzativi più inclusivi e fondati sulla valutazione delle competenze e sull’analisi della coerenza tra funzioni e profili.