Una nuova via dell’Onboarding: l’importanza del suo impiego anche nelle piccole e medie imprese

Giovanna Benedettelli – FuturingYOU, HR Business Advisory.

Oggi la maggior parte delle organizzazioni sono pienamente consapevoli dell’importanza del processo di Onboarding. Eppure, accade spesso che l’efficacia nell’applicazione di questo processo venga messa a repentaglio da elementi quali la presenza di priorità concomitanti o la mancanza di risorse necessarie alla sua implementazione.

Un processo di Onboarding vincente non solo può migliorare la retention dell’82%, ma anche aumentare la produttività del 70% (fonte: Glassdoor). Per tali ragioni, l’Onboarding assume un’estrema importanza in termini di riduzione del turnover, aumento dell’Engagement e rafforzamento dell’employer branding, sia sul piano organizzativo che individuale.

Perché è importante la fase di Onboarding?

La fase di inserimento in azienda influisce in modo determinante sul futuro dei neoassunti. Proprio nelle prime settimane, esperienze negative possono davvero minare il rapporto con l’azienda, impattando sulla motivazione e sul coinvolgimento dei nuovi dipendenti.
L’Onboarding è dunque un momento delicato, ma allo stesso tempo rappresenta una fase avvincente. È in questa occasione che il nuovo assunto verifica se le sue aspettative si stanno concretizzando e se potrà esprimere tutte le sue potenzialità nel nuovo contesto professionale.
L’Onboarding, dunque, va pianificato con attenzione, nelle piccole come nelle grandi imprese.

Per le grandi realtà con elevati volumi di assunzione, è assolutamente necessario disporre di un sistema di Onboarding efficiente tale da snellire l’impegno dell’ufficio HR.
Ma anche le piccole e medie imprese non devono affidarsi all’improvvisazione. D’altronde, minore è il numero dei dipendenti più è vitale per l’azienda la loro integrazione e fidelizzazione.

Oggi più di ieri, nel mercato concorrenziale e digitale, sono le persone a fare la differenza.
Per diventare e rimanere leader nel proprio settore, le aziende devono essere capaci di attrarre ma anche di trattenere i talenti più promettenti.
Una cura adeguata dell’Onboarding, parte integrante dell’Employee Life Cycle, garantisce l’instaurarsi di rapporti lavorativi e interpersonali positivi, facendo sentire i collaboratori parte integrante di un team, nella prospettiva di un rapporto di lunga durata.

Quali sono le fasi del processi di Onboarding?

È possibile evidenziare alcune fasi comuni a tutti i processi di Onboarding di successo, declinabili sia in realtà complesse e strutturate, sia nelle piccole e medie imprese:

  • Comunicare la cultura aziendale;
  • Illustrare le dinamiche interne all’impresa;
  • Esemplificare gli obiettivi di ciascun ruolo e le relative responsabilità;
  • Agevolare le relazioni tra il neoassunto, il team e l’azienda.

Naturalmente non si può prescindere dalla tecnologia. La standardizzazione del processo di Onboarding tramite l’impiego di software HR innovativi, consente di digitalizzarne ogni fase rendendolo accessibile anche da remoto. Nell’epoca del lavoro a distanza, pratica diffusasi maggiormente anche a seguito della pandemia, accade spesso che i nuovi assunti inizino il loro percorso professionale senza recarsi in azienda.
Non è dunque più fantascienza, piuttosto elemento distintivo e di successo, avvalersi della realtà virtuale e aumentata per facilitare l’inserimento dei nuovi dipendenti, facendo loro conoscere il mondo aziendale e le persone che ne fanno parte.
L’Onboarding dovrebbe comunque andare oltre tutto questo: un buon programma agevolerà l’integrazione dei nuovi dipendenti nella cultura aziendale.

Pertanto capire non solo cosa fare, ma come farlo sarà decisivo.

“Sono convinto che nulla di ciò che facciamo è più importante dell’assunzione e dello sviluppo delle persone. Alla fine della giornata si scommette sulle persone, non sulle strategie”Laurence Bossidy, GE

Una nuova via dell’Onboarding: importanza del suo impiego anche nelle piccole e medie imprese

Giovanna Benedettelli – FuturingYOU, HR Business Advisory.

Oggi la maggior parte delle organizzazioni sono pienamente consapevoli dell’importanza del processo di Onboarding. Eppure, accade spesso che l’efficacia nell’applicazione di questo processo venga messa a repentaglio da elementi quali la presenza di priorità concomitanti o la mancanza di risorse necessarie alla sua implementazione.

Un processo di Onboarding vincente non solo può migliorare la retention dell’82%, ma anche aumentare la produttività del 70% (fonte: Glassdoor). Per tali ragioni, l’Onboarding assume un’estrema importanza in termini di riduzione del turnover, aumento dell’Engagement e rafforzamento dell’employer branding, sia sul piano organizzativo che individuale.

Perché è importante la fase di Onboarding?

La fase di inserimento in azienda influisce in modo determinante sul futuro dei neoassunti. Proprio nelle prime settimane, esperienze negative possono davvero minare il rapporto con l’azienda, impattando sulla motivazione e sul coinvolgimento dei nuovi dipendenti.
L’Onboarding è dunque un momento delicato, ma allo stesso tempo rappresenta una fase avvincente. È in questa occasione che il nuovo assunto verifica se le sue aspettative si stanno concretizzando e se potrà esprimere tutte le sue potenzialità nel nuovo contesto professionale.
L’Onboarding, dunque, va pianificato con attenzione, nelle piccole come nelle grandi imprese.

Per le grandi realtà con elevati volumi di assunzione, è assolutamente necessario disporre di un sistema di Onboarding efficiente tale da snellire l’impegno dell’ufficio HR.
Ma anche le piccole e medie imprese non devono affidarsi all’improvvisazione. D’altronde, minore è il numero dei dipendenti più è vitale per l’azienda la loro integrazione e fidelizzazione.

Oggi più di ieri, nel mercato concorrenziale e digitale, sono le persone a fare la differenza.
Per diventare e rimanere leader nel proprio settore, le aziende devono essere capaci di attrarre ma anche di trattenere i talenti più promettenti.
Una cura adeguata dell’Onboarding, parte integrante dell’Employee Life Cycle, garantisce l’instaurarsi di rapporti lavorativi e interpersonali positivi, facendo sentire i collaboratori parte integrante di un team, nella prospettiva di un rapporto di lunga durata.

Quali sono le fasi del processi di Onboarding?

È possibile evidenziare alcune fasi comuni a tutti i processi di Onboarding di successo, declinabili sia in realtà complesse e strutturate, sia nelle piccole e medie imprese:

Comunicare la cultura aziendale;
Illustrare le dinamiche interne all’impresa;
Esemplificare gli obiettivi di ciascun ruolo e le relative responsabilità;
Agevolare le relazioni tra il neoassunto, il team e l’azienda.

Naturalmente non si può prescindere dalla tecnologia. La standardizzazione del processo di Onboarding tramite l’impiego di software HR innovativi, consente di digitalizzarne ogni fase rendendolo accessibile anche da remoto. Nell’epoca del lavoro a distanza, pratica diffusasi maggiormente anche a seguito della pandemia, accade spesso che i nuovi assunti inizino il loro percorso professionale senza recarsi in azienda.
Non è dunque più fantascienza, piuttosto elemento distintivo e di successo, avvalersi della realtà virtuale e aumentata per facilitare l’inserimento dei nuovi dipendenti, facendo loro conoscere il mondo aziendale e le persone che ne fanno parte.
L’Onboarding dovrebbe comunque andare oltre tutto questo: un buon programma agevolerà l’integrazione dei nuovi dipendenti nella cultura aziendale.

Pertanto capire non solo cosa fare, ma come farlo sarà decisivo.

“Sono convinto che nulla di ciò che facciamo è più importante dell’assunzione e dello sviluppo delle persone. Alla fine della giornata si scommette sulle persone, non sulle strategie”- Laurence Bossidy, GE