La Leadership al femminile: un divario ancora da colmare

Giovanna Benedettelli – FuturingYOU, HR Business Advisory.

In tutto il mondo, o quasi, le donne continuano ad essere pagate meno degli uomini, una ingiustizia difficile da spiegare. Da sempre la donna lavoratrice si divide tra un impiego professionale e le incombenze domestiche. Spesso non usufruisce di supporti come gli asili nido, le ferie per maternità e allattamento, conquiste raggiunte da pochi anni e riservate ai paesi sviluppati dell’area occidentale.

La recente pandemia ha acuito ulteriormente il problema poiché il lavoro da remoto è coinciso con le chiusure delle scuole e le donne si sono ritrovate a dover sopperire anche alle necessità dei figli.
Sull’argomento vi consiglio di leggere un bell’articolo di Helena Maria Viramontes, docente presso il College of Arts and Sciences della Cornell University, pubblicato nel numero di ottobre 2021 della National Geographic. La scrittrice racconta la sua vicenda personale: nata in una famiglia numerosa di origini ispaniche, la sua prima conquista fu proprio all’interno del contesto familiare, dove la madre considerava con disprezzo il lavoro intellettuale e non remunerativo da lei svolto. Solo dopo il primo assegno, frutto della pubblicazione di un suo racconto la mamma si rese conto del valore della sua scelta.

Oggi rimane assai complessa la conciliazione fra sviluppo aziendale, sviluppo economico e sviluppo sociale.

E questa sfida la nostra società deve vincerla al più presto per poter ottenere enormi benefici soprattutto grazie al riequilibrio di genere e allo sviluppo della leadership femminile.
Secondo una ricerca condotta da McKinsey la riduzione della disparità di genere “gender gap” sarebbe in grado di far raggiungere entro il 2025 un picco di 28 mila miliardi di dollari di PIL mondiale.

Come definire la leadership femminile?

La leadership è la capacità di una persona all’interno di un’organizzazione di incarnare e saper trasmettere valori che motivano la squadra verso il raggiungimento di determinati traguardi.
La donna ha sempre avuto minore accesso a ruoli di comando. Il voto femminile è arrivato solo cento anni fa; tuttavia, l’emancipazione femminile è avanzata inesorabilmente in modo graduale, tanto che oggi è impossibile pensare alla mancanza di donne nella sfera pubblica e privata.
Nei ruoli di comando delle aziende, storicamente occupati da uomini, oggi si ritrovano diverse donne che dimostrano di avere pienamente le capacità per poterli ricoprire.

Le qualità della leadership al femminile

  1. elevata socialità
  2. forte orientamento alla cooperazione
  3. attitudine al multi-tasking
  4. mentalità innovativa e flessibilità
  5. empatia
  6. inclusività

I vantaggi di un management femminile

Secondo una recente graduatoria di “Great Place to Work”, le aziende italiane che stanno promuovendo da anni il lavoro femminile hanno ottenuto enormi benefici. In particolare, il 44% delle realtà professionali che hanno donne nel top management figurano ai primi posti per serenità dell’ambiente lavorativo, migliore work-life balance, benefit e riconoscimenti.
Delle prime 20 imprese in graduatoria, 5 (ossia il 25% del totale) hanno un CEO o un Direttore Generale donna.
La strada è sicuramente ancora in salita, ma questi dati lasciano ben sperare nel futuro.
Gli addetti alle risorse umane e all’organizzazione aziendale dovranno sicuramente continuare a lavorare in questa direzione: sviluppare e mantenere una leadership al femminile capace di fare la differenza nel perseguimento degli obiettivi aziendali.

“Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace”.

Rita Levi Montalcini

La Leadership al femminile: un divario ancora da colmare

Giovanna Benedettelli – FuturingYOU, HR Business Advisory.

In tutto il mondo, o quasi, le donne continuano ad essere pagate meno degli uomini, una ingiustizia difficile da spiegare. Da sempre la donna lavoratrice si divide tra un impiego professionale e le incombenze domestiche. Spesso non usufruisce di supporti come gli asili nido, le ferie per maternità e allattamento, conquiste raggiunte da pochi anni e riservate ai paesi sviluppati dell’area occidentale.

La recente pandemia ha acuito ulteriormente il problema poiché il lavoro da remoto è coinciso con le chiusure delle scuole e le donne si sono ritrovate a dover sopperire anche alle necessità dei figli.
Sull’argomento vi consiglio di leggere un bell’articolo di Helena Maria Viramontes, docente presso il College of Arts and Sciences della Cornell University, pubblicato nel numero di ottobre 2021 della National Geographic. La scrittrice racconta la sua vicenda personale: nata in una famiglia numerosa di origini ispaniche, la sua prima conquista fu proprio all’interno del contesto familiare, dove la madre considerava con disprezzo il lavoro intellettuale e non remunerativo da lei svolto. Solo dopo il primo assegno, frutto della pubblicazione di un suo racconto la mamma si rese conto del valore della sua scelta.

Oggi rimane assai complessa la conciliazione fra sviluppo aziendale, sviluppo economico e sviluppo sociale.

E questa sfida la nostra società deve vincerla al più presto per poter ottenere enormi benefici soprattutto grazie al riequilibrio di genere e allo sviluppo della leadership femminile.
Secondo una ricerca condotta da McKinsey la riduzione della disparità di genere “gender gap” sarebbe in grado di far raggiungere entro il 2025 un picco di 28 mila miliardi di dollari di PIL mondiale.

Come definire la leadership femminile?

La leadership è la capacità di una persona all’interno di un’organizzazione di incarnare e saper trasmettere valori che motivano la squadra verso il raggiungimento di determinati traguardi.
La donna ha sempre avuto minore accesso a ruoli di comando. Il voto femminile è arrivato solo cento anni fa; tuttavia, l’emancipazione femminile è avanzata inesorabilmente in modo graduale, tanto che oggi è impossibile pensare alla mancanza di donne nella sfera pubblica e privata.
Nei ruoli di comando delle aziende, storicamente occupati da uomini, oggi si ritrovano diverse donne che dimostrano di avere pienamente le capacità per poterli ricoprire.

Le qualità della leadership al femminile

  1. elevata socialità
  2. forte orientamento alla cooperazione
  3. attitudine al multi-tasking
  4. mentalità innovativa e flessibilità
  5. empatia
  6. inclusività

I vantaggi di un management femminile

Secondo una recente graduatoria di “Great Place to Work”, le aziende italiane che stanno promuovendo da anni il lavoro femminile hanno ottenuto enormi benefici. In particolare, il 44% delle realtà professionali che hanno donne nel top management figurano ai primi posti per serenità dell’ambiente lavorativo, migliore work-life balance, benefit e riconoscimenti.
Delle prime 20 imprese in graduatoria, 5 (ossia il 25% del totale) hanno un CEO o un Direttore Generale donna.
La strada è sicuramente ancora in salita, ma questi dati lasciano ben sperare nel futuro.
Gli addetti alle risorse umane e all’organizzazione aziendale dovranno sicuramente continuare a lavorare in questa direzione: sviluppare e mantenere una leadership al femminile capace di fare la differenza nel perseguimento degli obiettivi aziendali.

“Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace”.

Rita Levi Montalcini